2 Luglio 2007 - Anno 1, Numero 9

 

 

 


Responsabili della Comunicazione
Sergio Nucci
Giuseppe Greco

Antonio Grimaldi

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Le news di Lunedì 2 Luglio 2007

 

Sulla Previdenza Integrativa

Chi paga i danni procurati dall’assistente?

I farmaci scaduti

Sulla Previdenza Integrativa

 

CHI LASCIA IL TFR IN AZIENDA

Chi ha manifestato esplicitamente la volontà di lasciare il proprio Tfr in azienda può cambiare idea in qualsiasi momento. Per farlo dovrà comunicare al datore di lavoro l'intenzione di aderire alla previdenza complementare specificando il fondo in cui versare il Tfr maturando. L'adesione è irreversibile: chi aderisce a un fondo non potrà più riportare il Tfr in azienda. Se il lavoratore sceglierà il fondo della propria categoria professionale (che dovrà avere anche un comparto che garantisca il capitale) e deciderà di fare un versamento supplementare rispetto al Tfr godrà anche di un ulteriore versamento da parte del datore di lavoro. Nel caso di opzione per fondi aperti e pip (piani individuali pensionistici), non si ha diritto - per ora - al versamento del contributo dell'azienda. I giovani che decidono di lasciare il Tfr in azienda devono tenere conto del fatto che la loro pensione pubblica sarà più bassa in media di quella dei loro genitori (a parità di età di uscita dal lavoro) perché sarà basata sui contributi versati e non sulle ultime retribuzioni.

 

CHI CONFERISCE IL TFR ALLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
Chi ha scelto esplicitamente la previdenza complementare dovrà restare nel fondo prescelto per almeno due anni e solo dopo potrà - se vorrà - cambiare fondo e/o linea di investimento. Non è più possibile, in ogni caso, riportare il Tfr maturando nelle casse dell'azienda. Si ha comunque diritto, come accade per il Tfr in azienda, a chiedere un anticipo pari al 75% della quota maturata in caso di acquisto o ristrutturazione della casa per sé o per i figli dopo otto anni dall'iscrizione al fondo e in qualsiasi momento in caso di spese sanitarie. In caso di morte del lavoratore iscritto al fondo la quota è riscattata dagli eredi. Nessun diritto al riscatto invece si ha se si muore quando si è già in pensione, a meno che non si sia chiesta la reversibilità. Al momento del pensionamento si potrà ricevere solo il 50% del maturato sotto forma di capitale mentre il resto sarà erogato mensilmente sotto forma di pensione integrativa che potrà anche essere reversibile per il coniuge (ma a quel punto l'importo sarà più basso). Si matura il diritto alla rendita al momento del pensionamento purché si siano versati almeno cinque anni di contributi. Se il numero di anni di versamenti è inferiore si recupera solo il capitale e il suo rendimento (che dipenderà dalla linea più o meno prudente che si è scelta).

CHI NON HO DETTO NULLA

Chi non ha espresso alcuna posizione ha aderito alla previdenza complementare in forza del silenzio-assenso. Per i cosiddetti silenti, dunque, vale lo stop di due anni nel fondo di categoria, esattamente come per chi ha scelto esplicitamente la previdenza complementare. Non comunicando alcuna scelta, infatti, il Tfr maturando è stato trasferito nelle casse del fondo della propria categoria lavorativa ed investito secondo la linea più prudenziale disponibile nel fondo. Il capitale versato è garantito.

 

(Fonte ANSA)

Chi paga i danni procurati dall’assistente?

 

Nel caso di danni causati dal lavoratore, il datore di lavoro può compensare l'entità del danno trattenendo parte della retribuzione che spetterebbe al lavoratore stesso (Cassazione 6/2/1987 1245).

Le trattenute possono essere effettuate solo rispettando determinate condizioni:

 

·          la trattenuta deve avvenire nel limite della prescrizione decennale;

 

·          il danno deve essere preventivamente contestato al lavoratore secondo apposita procedura.

  

(Fonte OMNIA CONSULTING)

I farmaci scaduti

 

I farmaci sono dei prodotti chimici di sintesi, contenenti principi attivi pericolosi, e il loro smaltimento deve avvenire in modo corretto.

Se confusi con la spazzatura domestica, possono dar luogo ad emanazioni tossiche e possono inquinare il percolato (la sostanza che è al fondo della discarica). La presenza di antibiotici nei rifiuti, a loro volta, può favorire la selezione di ceppi di microbi e virus resistenti agli antibiotici.

Queste considerazioni fanno si che i farmaci scaduti non possono e non devono essere gettati nei normali contenitori dei rifiuti, ma devono essere smaltiti attraverso la termodistruzione oppure attraverso la loro inertizzazione in contenitori ermetici.

Solitamente i contenitori per i medicinali si trovano nelle farmacie o nelle Isole Ecologiche.

 

 

 

 

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