2 Luglio
2007 - Anno 1, Numero 9 |
Antonio Grimaldi Cosimo Tomaselli
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Le news di Lunedì 2 Luglio 2007
Sulla Previdenza Integrativa
Chi paga i danni procurati
dall’assistente?
I farmaci scaduti
Sulla Previdenza Integrativa
CHI LASCIA IL TFR IN
AZIENDA Chi ha manifestato esplicitamente la volontà di lasciare
il proprio Tfr in azienda può cambiare idea in qualsiasi momento. Per farlo
dovrà comunicare al datore di lavoro l'intenzione di aderire alla previdenza
complementare specificando il fondo in cui versare il Tfr
maturando. L'adesione è irreversibile: chi aderisce a un fondo non potrà più
riportare il Tfr in azienda. Se il lavoratore
sceglierà il fondo della propria categoria professionale (che dovrà avere
anche un comparto che garantisca il capitale) e deciderà di fare un
versamento supplementare rispetto al Tfr godrà
anche di un ulteriore versamento da parte del datore di lavoro. Nel caso di
opzione per fondi aperti e pip (piani individuali pensionistici),
non si ha diritto - per ora - al versamento del contributo dell'azienda. I
giovani che decidono di lasciare il Tfr in azienda
devono tenere conto del fatto che la loro pensione pubblica sarà più bassa in
media di quella dei loro genitori (a parità di età di uscita dal lavoro)
perché sarà basata sui contributi versati e non sulle ultime retribuzioni. CHI CONFERISCE IL TFR
ALLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE Chi non ha espresso alcuna posizione ha aderito alla
previdenza complementare in forza del silenzio-assenso. Per i cosiddetti
silenti, dunque, vale lo stop di due anni nel fondo di categoria, esattamente
come per chi ha scelto esplicitamente la previdenza complementare. Non
comunicando alcuna scelta, infatti, il Tfr
maturando è stato trasferito nelle casse del fondo della propria categoria
lavorativa ed investito secondo la linea più prudenziale disponibile nel
fondo. Il capitale versato è garantito. (Fonte ANSA) Chi paga
i danni procurati dall’assistente?
Nel caso di danni causati dal lavoratore, il datore di
lavoro può compensare l'entità del danno trattenendo parte della retribuzione
che spetterebbe al lavoratore stesso (Cassazione 6/2/1987 n°
1245). Le trattenute possono essere effettuate solo rispettando
determinate condizioni: ·
la trattenuta deve avvenire nel limite della prescrizione decennale; ·
il danno deve essere preventivamente contestato al lavoratore secondo apposita
procedura. (Fonte OMNIA
CONSULTING) I farmaci scaduti
I farmaci sono dei
prodotti chimici di sintesi, contenenti principi attivi pericolosi, e il loro
smaltimento deve avvenire in modo corretto. Se confusi con la spazzatura domestica, possono dar
luogo ad emanazioni tossiche e possono inquinare il percolato (la sostanza
che è al fondo della discarica). La presenza di antibiotici nei rifiuti, a loro
volta, può favorire la selezione di ceppi di microbi e virus resistenti agli
antibiotici. Queste considerazioni fanno si
che i farmaci scaduti non possono e non devono essere gettati nei normali contenitori
dei rifiuti, ma devono essere smaltiti attraverso la termodistruzione
oppure attraverso la loro inertizzazione in
contenitori ermetici. Solitamente i contenitori per i medicinali si trovano
nelle farmacie o nelle Isole Ecologiche. |
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