21 Gennaio 2011 - Anno 5, Numero 113

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Comunicazione a cura della Società Italiana di Ergonomia Dentale

 

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Le news di Venerdì 21 Gennaio 2011

 

 

Paura del dentista? Tranquilli, arriva l’Mp3 che elimina la fobia

Pioggia di universitari dalla Romania

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Paura del dentista? Tranquilli, arriva l’Mp3 che elimina la fobia

 

Andare dal dentista è forse la fobia più diffusa. Sedersi su quel lettino, avere la luce che acceca gli occhi e poi vedere seduto vicino un “uomo” col camice bianco che con un trapano è a un passo dalla bocca, è l’incubo che in molti preferirebbero evitare. Da oggi però, la visita dal dentista potrebbe essere vista in modo più sereno. Come? Con l’Mp3. Questa è la soluzione fornita da una ricerca del King’s College, della Brunel University e della London South Bank University, diretta dal professor Brian Millar. Secondo gli esperti,infatti, a far nascere questa fobia del dentista sarebbe proprio il rumore del trapano, da qui l’idea di eliminarlo attraverso un dispositivo simile a delle cuffie che, inserite nel lettore Mp3, consentono ai pazienti di ascoltare la musica.

Ma come funziona? Un chip  analizza il rumore del trapano e lo “assorbe” tramite microfono. Successivamente, il chip produce un’onda sonora contraria: il paziente che indossa le cuffie diventa così incapace di percepire il rumore della trapanatura, ma può ascoltare musica o la voce dell’equipe medica. “Il bello di questo gadget è che costerà poco ai dentisti e che ogni paziente in possesso di un lettore Mp3 potrà beneficiarne, senza costi aggiuntivi”, afferma Millar. Basterà quindi sostituire le cuffie normali con la versione creata dagli scienziati britannici ed addio vibrazioni fastidiose. L’unico grande problema?  I  ricercatori non hanno ancora trovato i fondi per la diffusione commerciale del sistema.

 

Fonte: Il Quotidiano Italiano

 

Pioggia di universitari dalla Romania

Eludono i test per il numero chiuso iscrivendosi all'estero e poi trasferendosi li

 

Eludono i test per il numero chiuso iscrivendosi all'estero e poi trasferendosi Ci sarà un'invasione di studenti italiani immatricolati in Romania nelle facoltà aquilane di medicina e odontoiatria? Si direbbe di sì visto che ormai, dopo i circa quindici ricorsi accolti dal Tar Abruzzo qualche settimana fa, continua ad arrivare una valanga di sentenze brevi attraverso le quali gli aspiranti medici che hanno iniziato il cammino universitario in Romania ora possono completarlo all'Aquila, in ossequio a una serie di norme europee sulla libera circolazione degli studenti. Nei giorni scorsi, infatti, il Tar ha accolto i ricorsi di altri dodici aspiranti camici bianchi che contestavano il rifiuto serbato dall'Università a trasfersi all'Aquila. Gli studenti provengono tutti dalla Vasile Goldis di Arad, dove si sono immatricolati lo scorso anno. In Italia vige ilsistema del numero chiuso e accedere alla facoltà di  medicina o odontoiatria significa aver superato il test d'ammissione, in verità abbastanza impegnativo. Immatricolarsi in una università romena dà quindi la possibilità, a chi magari è stato escluso in Italia, di iniziare il percorso di studi salvo poi trasferirsi e conseguire in patria la laurea. Un modo per eludere il numero chiuso negli atenei nazionali o una brillante iniziativa (per chi può permetterselo, naturalmente), sfruttando la normativa Ue? Se la normativa Ue consente tutto questo che senso ha continuare in Italia con i test d'ammissione se poi, l'anno successivo, la popolazione studentesca si arricchisce in virtù di una sentenza che non può non tenere conto delle leggi e dei regolamenti comunitari? I ricorsi presentati, e tutti accolti (tranne uno inoltrato in ritardo), contestavano il diniego di nulla osta al proseguimento degli studi presso l'Università dell'Aquila in base all'elenco dei posti disponibili per l'iscrizione ad anni successivi al primo. Normalmente questo è consentito a chi proviene da altri atenei italiani, sempre in base ad un bando per i posti disponibili. Ma il Tar ha eccepito che il bando in questione «non fissa alcuna preclusione nei confronti di studenti provenienti da Università estere». Il Tar ha anche sancito che «una diversa interpretazione sarebbe contraria all'apicale principio di libertà di circolazione e soggiorno nel territorio degli Stati comunitari, suscettibile di applicazione non irrilevante nel settore dell'istruzione, neppure essendo stata in alcun modo opposta (e, per vero, neppure prospettata) la non equipollenza delle competenze e degli standards formativi richiesti per l'accesso all'istruzione universitaria nazionale».

 

Fonte Il Tempo

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