23 Aprile 2012 - Anno 6, Numero 120 |
Comunicazione a cura della
Società Italiana di Ergonomia Dentale La SIED aderisce alla
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L’Università Pessoa
ricorre al TAR Specializzandi: ultime decisioni
sulle tasse L’Università
Pessoa ricorre al TAR
Solo
qualche settimana fa, la decisione del Miur
di non concedere all’Università lusitana Ferdinando Pessoa l’autorizzazione
ad aprire una succursale in Italia della facoltà di Odontoiatria. Lisbona,
non contenta, risponde e ricorre al Tar chiedendone la sospensiva. La
questione risale al 16 febbraio scorso quando l’Università portoghese
chiedeva l’iscrizione di 250 studenti al corso di laurea in odontoiatria
presso una succursale portoghese dell’Università Pessoa in Italia. Tale
richiesta sollevò l’ira delle associazioni mediche: AIO, ANDI, CAO,
Collegio dei Docenti e Conferenza permanente, oltre ai corsi
di laurea in odontoiatria, i quali tramite un comunicato stampa espressero
tutta la loro preoccupazione per l’istituzione in Italia di “un corso di
laurea privato per la formazione di dottori in odontoiatria e protesi
dentaria, con accesso non programmato ed a quote di iscrizione molto elevate”.
Il presidente nazionale dell’Associazione Nazionale dentisti italiani (ANDI)
Gianfranco Prada in un comunicato stampa ha espresso la volontà di
ricorrere ad un’azione legale in quanto “quando la professione
odontoiatrica rischia di subire un pericoloso attacco, la nostra associazione
è pronta a reagire utilizzando anche gli strumenti giudiziari”. Secondo
l’ANDI, difatti, qualora il Tar accettasse il ricorso
dell’Università Pessoa, altri atenei stranieri, più facilmente, si
sentirebbero invogliati e liberi di aprire succursali nel Belpaese generando
un surplus di medici odontoiatri. Tutto questo preoccupa anche gli atenei
italiani il cui accesso a numero programmato prevede ottocento nuove
matricole ogni anno. Tale restrizione è frutto di un’operazione ben precisa,
in quanto in Italia il numero degli odontoiatri è in gran misura maggiore
alle necessità, considerando che già vi è un medico ogni ottocentomila
abitanti e l’OMS ne prevede uno ogni duemila. Il tutto si inserisce in
un contesto sociale già per di sé molto difficile. Con quest’azione l’ANDI
intende soprattutto tutelare le università italiane ed evitare il
proliferarsi di figure professionali dalla forte valenza elitaria. Specializzandi: ultime decisioni
sulle tasse
Soddisfazione con riserva. E’ questo il
sentimento degli specializzandi dopo l’ottenimento della cancellazione alla
Camera dei Deputati della tassazione sulle borse di studio prevista dal
Decreto semplificazioni. Una decisione che è stata presa come una
buona notizia dall’Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri di
Roma. D’altra parte le prime decisioni del Governo erano per loro
inaccettabili, e infatti le proteste si erano fatte sentire vibranti. Inevitabile dunque che l’Ordine si
schierasse da subito con la protesta contro il provvedimento del Governo.
Allora perché soddisfazione con riserva? Perché secondo l’Ordine romano non va
ancora bene la disparità di trattamento fiscale che permane nei confronti
degli specializzandi in medicina generale”. Secondo i medici: “la borsa di studio per
gli specializzandi in medicina generale ha un importo lordo annuo pari a
circa 11.600 euro ed è sempre stata tassata con l’IRPEF che riduce il netto
percepito a meno di 850 euro mensili. Come conseguenza, questi specializzandi
si trovano nella situazione paradossale di vedersi tassare le borse di studio
mentre sono esenti da imposizione fiscale quelle dei loro colleghi in altre
specializzazioni, anche se di importi maggiori. In questo modo si mantiene
una disparità di trattamento tra le diverse componenti giovanili della
medicina e una sostanziale iniquità fiscale”. Roberto Lala, Presidente dell’Ordine spiega
ancora meglio la situazione e il punto di vista della categoria: “Dopo il
recepimento da parte della Camera delle sacrosante ragioni degli
specializzandi che ieri hanno manifestato in massa e in tutta Italia, è ora
doveroso che il Governo e il Parlamento affrontino e risolvano anche questa
illogica e ingiusta disparità che, non da oggi, pesa sulla condizione e sul
futuro dei giovani medici in formazione di medicina generale. Si tratta di
rivedere la normativa nazionale in materia e di rendere omogenea la sua
applicazione a livello regionale, per tutte le componenti mediche in
formazione e per tutte le borse di studio in questo campo. E’ un passo
indispensabile per non far degradare il livello di professionalità del nostro
Servizio Sanitario, nonché per cominciare a rendere più equo e semplice il
Fisco in questo Paese”. Iscriviti alla SIED
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